nuoto rana

atenepechino piccolo

La rana si esegue alternando una gambata per lo scivolamento a un ampio movimento delle braccia, con le mani che si spingono all’indietro fino all’altezza delle spalle. Nella 1ª fase si espira, nella 2ª si inspira. Le spalle devono rimanere in asse con la superficie dell’acqua. Le braccia si muovono contemporaneamente: nella spinta in avanti devono partire all’altezza del petto, rimanendo sott’acqua o a livello della superficie. I gomiti rimangono sott’acqua, fatta eccezione per la bracciata prima della virata, nella virata stessa e per la bracciata conclusiva a fine gara. Anche nella spinta all’indietro le braccia sono sott’acqua o a pelo d’acqua, ma non devono oltrepassare la linea delle anche. Ciò non vale nella 1ª bracciata dopo la partenza e dopo ogni virata. Le gambe si muovono contemporaneamente e i piedi ruotano verso l’esterno nella fase di spinta. Non sono consentite battute, movimenti a forbice e a delfino. E’ ammessa la rottura della superficie dell’acqua con le gambe, sempre che ciò non avvenga con un calcio a delfino. La virata si effettua toccando con entrambe le mani la parete della piscina sopra o sotto l’acqua. Prima del tocco la testa può rimanere immersa a condizione che abbia rotto l’acqua nell’ultimo ciclo di esecuzione del moviemnto prima del tocco. la testa deve emergere dall’acqua in ogni ciclo, ma dopo la partenza e dopo la virata può rimanere immersa. La testa deve rompere la superficie dell’acqua nel 2° ciclo di bracciata dopo la partenza o le virate. Le prove a rana si disputano sulle distanze di 50, 100 e 200 m.