la tecnologia

Nel nuoto la tecnologia ha portato una vera e propria rivoluzione, partita dall'introduzione e poi dalla omologazione da parte della FINA (la Federazione Internazionale del Nuoto), nei primi mesi del 2008, di un costume realizzato con inserti di materiale plastico, che ha aperto la porta all'uso generalizzato di costumi realizzati con materiale "non tessuto" e quindi dei cosiddetti costumoni, comunemente chiamati "placcati", o "gommoni", a seconda se il costume sia costituito solo in parte o interamente di materiale plastico. A dare il via lo Speedo Lazer Racer, il cosiddetto LZR, costume è caratterizzato dall' introduzione di sottili pannelli di materiale poliuretanico, posizionati in punti strategici del corpo dell'atleta. Le nazioni anglosassoni maggiormente legate all'azienda americana con questo nuovo costume ottengono risultati sorprendenti e crollano record in una misura mai registrata in passato. A questo punto un'azienda italiana poco nota con il marchio Jaked propone un costume costruito interamente in poliuretano. Il tessuto sparisce definitivamente dai costumi e inizia l'era dei "gommoni". Anche altre marche si affrettano a sfornare nuovi costumi, sia placcati che integrali in poliuretano. Appare chiaro, infatti, che utilizzando i vecchi modelli gli atleti rischiano di rimanere ai margini nelle competizioni internazionali.
A fronte dei risultati a sorpresa di molti atleti e dall'alto numero di record realizzati, sorgono perplessità e sconcerto, tanto che si arriva a parlare di doping tecnologico, soprattutto per gli alti costi dei nuovi costumi, che creano un'oggettiva disuguaglianza in gara. La FIN, in sintonia con altre federazioni nazionali, proibisce l'uso dei costumi di nuova generazione alla categoria Ragazzi, cercando di limitare il fenomeno almeno tra i più giovani. A livello internazionale viene sottoscritta la "Dubai Chart", nel quale vengono fissati limiti stringenti sulle caratteristiche dei costumi, quali spessore e galleggiamento e si definiscono le specifiche tecniche alle quali i costumi dovranno attenersi; si decide che dal primo gennaio 2010 saranno consentiti solo costumi costruiti con meno del 50% della superficie di materiale non permeabile.
Come mai non si delibera il bando immediato? Come accaduto per le Olimpiadi, i Campionati Mondiali di Roma fanno propendere per lasciare invariato lo stato delle cose, anche se nel frattempo il caos sulle omologazioni dei vari prodotti in circolazione cancella il record di Alain Bernard che frantuma a Montpellier il muro dei 47 secondi nei 100 stile libero con un Arena gommato non ancora omologato.
Anche i risultati delle diverse consulenze scientifiche non facilitano il ritorno dell'ordine. Infatti più che da inoppugnabili test scientifici è dalle prove induttive che si evidenzia l'enorme vantaggio fornito dai costumi di nuova generazione, seppure diversi da atleta ad atleta, proprio per la specificità riguardo la compressione muscolare, la stabilizzazione dell'assetto e il galleggiamento che non favoriscono tutte le strutture muscolari e tutte le specialità. D'altra parte gli atleti lamentano la difficoltà nell'indossare il costume, il rischio di rotture in gara, l'eccessiva compressione, soprattutto per le gare più lunghe.
Infine nell'assemblea plenaria dei membri della FINA che riunisce tutti i paesi del mondo del nuoto si decide di procedere al bando definitivo a partire dal primo gennaio 2010 dei materiali gommati dai costumi, che dovrano essere in tessuto al 100% e si stabilisce anche di porre limiti alla superficie corporea coperta dal costume, per cui i maschi potranno indossare solo pantaloncini che coprono dalla cintura fino alle ginocchia e le femmine dovranno indossare costumi coprenti dalle spalle al ginocchio con schiena aperta e senza chiusure a zip o clip di aggancio. Certamente non si chiude la discussione sui record. C'è stata anche la proposta, infatti, di costituire una doppia lista di risultati in base ai costumi indossati.
Ora siamo nell’era del carbonio. L’Arena ha studiato e prodotto il Powerskin Carbon-Pro, un costume da competizione che offre molti vantaggi. Consente, questo costume, un misto tra la compressione muscolare e una vestibilità normale. La fibra di carbonio è cinque volte più resistente dell’acciaio pur pesando due terzi di meno. Arena con questa fibra ha realizzato un tessuto che permette di realizzare grandi prestazioni. Il tessuto è un’autentica rete che riesce ad esercitare il massimo della compressione su zone specifiche, ossia nei punti dove occorre. Possiamo parlare di compressione muscolare intelligente. Il meccanismo utilizzato è lo stesso delle cinture di sicurezza delle auto. Tutto questo, però, senza creare problemi all’atleta visto che l’aderenza rimane perfetta e non c’è limitazione nei movimenti, anzi si realizza una spinta ottimale delle gambe, un bel vantaggio sia in partenza che nelle virate.