regole tiro a volo

Specialità, equipaggiamento e campo di gara.Il tiro al piccione in Italia è oggi vietato dalla leg­ge n. 157 dell'Il febbraio 1992. Anche se in alcuni Paesi (tra cui Spagna, Portogallo, Argentina e Ma­rocco) è tuttora praticato, le uniche specialità rico­nosciute ufficialmente prevedono tutte l'uso del piattello. La disciplina si suddivide in specialità olimpiche e amatoriali: le prime sono la fossa olimpica (o trap), lo skeet e il double trap; le se­conde sono la fossa universale, il percorso di cac­cia (sporting), il percorso di caccia in pedana (o compak sporting), il tiro all'elica (electrocibles), il fintello e il trap americano.
 La fossa olimpica (o trap) è la specialità più anti­ca, e di gran lunga la più praticata in Italia. Le gare internazionali si disputano nell'arco di due giorni, con cinque serie di lanci utili a deter­minare la sesta, quella finale, cui accedono solo i migliori sei classificati (per le donne, le serie preli­minari sono tre). In ogni serie i tiratori, divisi in batterie da sei elementi, sparano a 25 piattelli cia­scuno: quelli utilizzati per la serie finale sono del tipo «flash» (o fumogeni), sono cioè composti di una particolare polvere colorata, che rende più evidente se il bersaglio è stato colpito o meno. La gara prevede che i tiratori si alternino scorrendo su 5 diverse pedane di tiro (uno, a turno, rimane fuori) poste 15 m dietro la fossa in cui si trovano le macchine lanciapiattelli. A ogni pedana di tiro corrispondono tre macchine lanciapiattelli (per un totale di 15), la cui successione di lanci è stabi­lita casualmente da una specie di roulette. Il piat­tello è lanciato con direzioni e traiettorie a sor­presa (in ogni caso, una macchina lo indirizza in posizione frontale rispetto al tiratore, mentre le altre due lo lanciano nspettivamente verso destra e verso sinistra, a un'altezza massima di 3,5 m e con un angolo non superiore di 45° rispetto alla perpendicolare del tiratore) all'ordine del tiratore («pull») che aspetta in pedana con il fucile im­bracciato e due colpi in canna. Per essere conside­rato valido, il colpo deve distruggere il piattello o comportarne almeno il distacco di un frammento. I fucili utilizzati per questa specialità, sia maschile sia femminile, hanno un peso di circa 4 kg, con canna di 85 cm e un grilletto particolare che per­mette di sparare due colpi ravvicinati in rapida successione. Il calibro del fucile non deve supera­re i 12 mm e, nel caso di fucili semiautomatici, questi non possono essere caricati con più di due cartucce. I pallini, di forma sferica, hanno un dia­metro massimo di 2,5 mm; il peso di ciascuna cari­ca non può eccedere i 24 g.
Lo skeet è una specialità inventata dagli statuni­tensi, che in origine la chiamano shooting around the clock, in quanto articolata su dodici posizioni di tiro corrispondenti alle ore del quadrante del­l'orologio. Dopo aver assunto l'attuale denomina­zione nel 1926, diviene specialità olimpica nel 1968, in occasione dei Giochi di Città del Messico. Come nel caso della fossa olimpica, anche nello skeet le gare si articolano su cinque (tre per le donne) serie di lancio preliminari da 25 piattelli più una finale cui accedono i migliori sei della classifica. I tiratori sono chiamati a sparare da ot­to pedane poste a forma di semicerchio, su un rag­gio di 19,20 m. Alle due estremità del semicerchio si trovano le torri con le macchine lanciapiattelli (una alta, a sinistra, detta «pull», e una bassa, a de­stra, detta «mark»). Delle otto pedane, quelle po­ste sul semicerchio sono in realtà sette: l'ottava è posta invece al centro dell'ipotetico diametro che unisce le due cabine. Il tiratore, in piedi sulla peda­na, attende il lancio dei piattelli, per i quali ha un solo colpo in canna a disposizione. Mentre da quella centrale bisogna colpire due piattelli in suc­cessione, da sei delle restanti sette bisogna cercare di conseguire il «doppietto», ovvero centrare, con due colpi a disposizione, due piattelli sparati contemporaneamente dalle due torri. Le traiettorie e la successione dei lanci dei piattelli sono note al ti­ratore, che però non conosce i tempi di lancio. Il fucile utilizzato per questa specialità, sia in caso di gare maschili sia in caso di gare femminili, pesa circa 3 kg ed è dotato di una canna più corta ri­spetto alle armi utilizzate nelle altre due speciali­tà. La doppietta, a canne sovrapposte, è di calibro 12. I pallini hanno un diametro di 2 mm.
Il double trap è la specialità più giovane del tiro a volo, essendo nata nel 1991 ed entrata nel programma olimpico a partire dai Giochi di Atlanta, cinque anni dopo. Le gare, che generalmente si svolgono in una sola giornata, prevedono il lancio simulta­neo di due piattelli da due delle tre macchine di lancio. Queste ultime sono poste in una fossa a 15 m dalle cinque pedane di tiro sulle quali si alter­nano i sei tiratori, che devono colpire i piattelli con i due colpi in canna. Nelle categorie senior e junior maschili, sono previste tre serie preliminari, ouna composta da 50 piattelli (ossia 25 doppietti),per un totale di 150 piattelli lanciati: i sei mi­gliori classificati vengono ammessi alla finale. Nel­le categorie femminili sono previste tre serie da 40 piattelli, per un totale di 120 piattelli lanciati (più serie finale per le prime sei classificate). Il fucile utilizzato è lo stesso della fossa olimpica, sia per il double trap maschile sia per il femminile. La fossa universale ha molti punti di contatto con la fossa olimpica, ma si utilizzano cinque macchi­ne di lancio invece di 15 e la gara si svolge su otto serie (anziché cinque) da 25 piattelli ciascuna. Il fucile, le cartucce e i piattelli utilizzati sono gli stessi della fossa olimpica, ma non è prevista una serie finale per i primi classificati.