Olimpiadi in Corea: "la casa della tregua"

All’inizio di gennaio si è concretizzato il clima di dialogo tra Corea del Sud e Corea del Nord in vista dei Giochi di PyeongChang, a soli 80 km dalla linea smilitarizzata tra le due Coree. Prima si è svolto l’incontro tra le delegazioni dei due paesi nella “Casa della tregua” del villaggio di confine di Panmunjom, dove nel 1953 venne firmato l’armistizio tra le due Coree. Le proposte formalizzate in questo incontro sono state presentate a Losanna, alla riunione del CIO per decidere le modalità di selezione e di partecipazione della delegazione sportiva nordcoreana. Il primo effetto è il prolungamento della scadenza per l’iscrizione ai Giochi e la garanzia della massima flessibilità, visto che si è qualificata sul campo solo la coppia nordcoreana di pattinaggio artistico su ghiaccio formata da Ryom Tae-ok e Kim Ju-sik. Inoltre è stata confermata la partecipazione di una squadra di hockey femminile pancoreana con la rosa allargata, da 23 a 35 atlete, per permettere l’inserimento di 12 atlete del Nord. La Corea del Nord parteciperà ai Giochi, oltre che con l’hockey femminile e con il pattinaggio artistico a coppie, anche con atleti nelle gare di short track, sci alpino e di fondo. Il Cio ha dato il suo assenso anche alla sfilata sotto un'unica bandiera delle due delegazioni alle cerimonie di apertura e chiusura dei Giochi (la prima sfilata congiunta è stata ai Giochi di Sydney del 2000). La delegazione indosserà un'uniforme speciale con la bandiera di unificazione coreana, che sarà portata da due atleti, uno per ogni Corea.

Le reazioni. Scontento delle giocatrici sudcoreane di hockey e parole molto dure da parte dell’allenatrice Sarah Murray. Contrarietà dei sudcoreani, addirittura del 50% secondo alcuni sondaggi, alla sfilata olimpica sotto l’unica bandiera della Riconciliazione. Lamentele internazionali per la deroga alle regole di partecipazione. Alternarsi di scetticismo e di speranze rispetto alla possibilità di riunificazione dei due paesi e di distensione globale di fronte ai venti di guerra nucleare.
Come sempre, si fronteggiano concezioni diverse a proposito del rapporto tra sport e politica, su come è e come dovrebbe essere. In particolare è in discussione ancora il senso e il valore delle Olimpiadi, che nelle parole del presidente del Cio Thomas Bach suonano così: “Lo spirito olimpico è fatto di rispetto, dialogo, comprensione: con questa scelta invita il mondo a una celebrazione della speranza". [...] "I Giochi ci mostrano il mondo così come tutti vorremmo che fosse".