25 febbraio. Si chiudono i XXIII Giochi Olimpici Invernali

La cerimonia di chiusura a PyeongChang, «The next wave», ha rispettato tutti i passi del rito. Parole di ringraziamento e di speranza del Presidente del Cio Thomas Bach, festosità delle squadre che sfilano (per l’Italia portabandiera Carolina Kostner), danze, effetti speciali, fuochi d’artificio, spegnimento del braciere. Poi il passaggio di consegne a Pechino, che ospiterà i Giochi nel 2022, con un video di presentazione di otto minuti ad opera del grande regista Zhang Yimou, autore anche delle due cerimonie di Pechino 2008.
Di nuovo c’è che tra le squadre che sfilano una non ha la propria bandiera: l’OAR, gli atleti olimpici russi che sono stati accettati solo sotto le insegne delle Olimpiadi per lo scandalo del cosiddetto “doping di stato” di Sochi; il colpo di grazia lo ha dato, proprio mentre si decideva se riammettere la bandiera almeno per la cerimonia finale, la scoperta della positività di Alexander Krushelnytsky, neo vincitore con la moglie Anastasia Bryzgalova della medaglia di bronzo nella nuova gara di doppio misto di curling, riassegnata ai norvegesi Kristin Skaslien e Magnus Nedrgotten.
Di nuovo c’è che l’attenzione mediatica è stata assorbita dalla presenza di sorelle e figlie di presidenti e dittatori, da congetture su strategie politiche e diplomatiche più o meno ciniche, da speranze di riunificazione di due paesi.
L’Italia chiude con 10 medaglie, come auspicato, e in una dignitosa dodicesima posizione nel medagliere, con qualche delusione e belle soddisfazioni, soprattutto dalle atlete.
E ora prepariamoci ai Giochi Paralimpici dal 9 al 18 marzo 2018.