regole

Il Karate sportivo è una disciplina nata per dare un fine agonistico a quella che originariamente era un'arte marziale, ovvero un insieme di pratiche con fini di combattimento. A livello sportivo si possono distinguere Kumite e Kata, ovvero le due discipline che assegneranno le medaglie olimpiche a Tokyo 2020.
 
Kumite: è il tipo di Karate più noto al grande pubblico e prevede l'incontro tra i due atleti su un Tatami, l'apposito tappeto, della larghezza di 8x8m con l'aggiunta di ulteriori 2 metri di superficie di sicurezza. L'incontro ha una durata di 3 minuti con i giudici che avranno la facoltà di assegnare un punteggio per Sanbon (3 punti), Nihon (2 punti) e Ippon (1 punto) nel caso il karateka soddisfi 6 diversi criteri tecnici. La vittoria si ottiene per aver ottenuto un punteggio maggiore rispetto all'avversario al termine dell'incontro o qualora uno dei due contendenti accumuli un vantaggio di 8 o più punti a gara ancora in corso. In caso di parità ci sarà "Hantei", ovvero una decisione arbitrale sulla base di miglior comportamento, superiorità tecnica/tattica o maggior intraprendenza.
 
Kata: è un esercizio individuale che prevede la simulazione di parate, colpi e prese in assenza di avversario. In base alla corretta esecuzione del gesto è attribuito un punteggio dalla giuria. In vista delle Olimpiadi di Tokyo 2020 la Federazione Internazionale ha varato un nuovo regolamento per far evolvere questo tipo di disciplina che prima del suo esordio olimpico rappresentava una nicchia ristretta del Karate. In particolare sono stati introdotti nuovi criteri di "scontri" che eviteranno l'incrocio delle teste di serie ai primi turni e l'inserimento di un punteggio elettronico assegnato dai 7 giudici dalla quale saranno scartati i 2 più alti ed i 2 più bassi per poi moltiplicare secondo un coefficiente tecnico ed uno atletico.