regole
Campo di gara. Il curling si gioca sul rink, una lastra di ghiaccio lunga 44,5 e larga 4,75 m, alle cui estremità sono disegnati due bersagli, detti house, aventi un raggio di 1,88 m e formati da tre cerchi concentrici (blu quello esterno, bianco il secondo, rosso il terzo) aventi al centro il cosiddetto tee (bianco). La pista è divisa in senso longitudinale da una linea detta center line, la cui intersezione con la tee line, situata a 4,88 m dal fondo del campo, indica il centro del bersaglio.
Attrezzo. La stone è una pietra di granito pesante dai 17 ai 20 kg, del diametro massimo di 29 cm e con un'altezza minima di 11,4 cm, dotata di impugnatura e con la parte inferiore concava che presenta una corona, ossia una superficie di scivolamento larga 6-12 mm.
Regole. Scopo del gioco è quello di far scivolare, lanciandola, la propria stone (lungo il rink, fino a piazzarla il più vicino possibile al tee, bocciando eventualmente le stone avversarie in modo da allontanarle. Per darsi la spinta, durante il lancio, i giocatori utilizzano una staffa fissata sul ghiaccio, e detta hack (una sorta di blocco di partenza). Il giocatore scivola poi su un ginocchio per un tratto di pista, imprimendo così la velocità desiderata alla propria stone, che deve essere però rilasciata prima che raggiunga un'apposita linea (hog line) tracciata sul rink a 11,28 m dalle estremità. La partita si svolge tra due squadre formate da quattro elementi ciascuna. I giocatori sono definiti secondo l'ordine di lancio: il primo è il lead, seguito dal second e dal third. L'ultimo lancio spetta al capitano della squadra (skip), che decide anche la tattica di gioco. Nel suo viaggio verso il bersaglio, la stone è «aiutata» dai compagni del lanciatore, attraverso lo sweeping effettuato con due scope, secondo le indicazioni dello skip, fermo al centro della house: l'azione è tesa a generare il calore necessario a rendere più scorrevole il ghiaccio nel punto voluto, così da correggere la traiettoria del lancio (a tale scopo, prima del lancio stesso, si può ricorrere al pebble, ovvero uno spruzzo d'acqua che ghiaccia a contatto con la pista). Quando la stone ha fatto il suo ingresso nella house, lo sweeping è consentito solo al capitano. Un incontro è suddiviso in dieci mani, o end, in ognuna delle quali i giocatori lanciano a turno due pietre. Quando le squadre hanno lanciato le otto pietre a disposizione, viene determinato il punteggio. La squadra con la pietra più vicina al tee si aggiudica un punto per ogni pietra piazzata a una distanza minore dal tee di quella della migliore stone avversaria. Al termine di ogni end viene invertita la direzione del lancio, e la squadra che non ha segnato punti nella mano precedente ha diritto a tirare l'ultima stone, detta hammer, in quella successiva.
Equipaggiamento. Gli atleti sono provvisti di apposite tute, guanti e scope per lo sweeping, scarpe con suole differenziate: la destra ha infatti una suola liscia, in teflon, che consente di scivolare sul ghiaccio, mentre la sinistra è in materiale abrasivo, in modo da garantire l'equilibrio.